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Revisione della spesa: in Comune mancano 20 milioni di euro

Redazione Perugia Online

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Perugia Online nasce nel gennaio 2014. Racconta fatti e notizie inerenti la vita del capoluogo e del suo territorio, cercando di orientare il lettore da una prospettiva "dietro" la notizia, per trovare un senso a ci? che a volte, senso, sembra non averlo.

Per il 2015 è necessario ridurre, così come previsto dai tagli imposti dal governo Renzi. A farne le spese potrebbero essere cultura, mobilità, nettezza urbana e servizi educativi con un occhio puntato anche ai costi della politica

 
Revisione della spesa: in Comune mancano 20 milioni di euro
Perugia.  Tagliare di almeno il 10% la spesa e recuperare così almeno 18 mln all’anno. è questo l’obiettivo che la nuova giunta Romizi ha in cima alla lista delle cose da fare. Tutte le spese del comune sotto la lente d’ingrandimento della “Commissione per la revisione della spesa comunale”, idea dell’assessore Francesco Calabrese, e che ha consegnato ieri, martedì 24 marzo, una relazione di 80 pagine a consiglieri, assessori e sindaco.

Conti in rosso e bilancio difficile – Nella lunga premessa, 11 pagine, della corposa relazione vengono ripercorsi i primi mesi della nuova Giunta Romizi, vengono analizzate le difficoltà che ha incontrato la nuova amministrazione  nel momento dell’insediamento. “Ci siamo assunti la responsabilità della necessaria reazione d’emergenza nel prioritario interesse della nostra Comunità – si legge”. Un impegno concreto per far fronte alle reali difficoltà cui andrà in contro l’organismo e che spera di risolvere nel corso della legislatura. A conclusione della premessa Calabrese ci tiene a sottolineare un principio chiave che, a suo avviso, la Giunta Romizi dovrà rispettare: “Si può e deve spendere quanto si dispone”. “L’obiettivo programmatico di riduzione della spesa corrente del 10% – sottolinea – è difatti divenuto immediata necessità, alla luce delle nuove previsioni di entrata che si sono presentate nella fase di elaborazione del bilancio di previsione 2015. D’altronde – continua – , è finanche banale osservare che, nel normale mondo che conosciamo, ogni e qualsiasi bilancio, che sia familiare piuttosto che aziendale e tutti gli altri così, consente di spendere per quanto si dispone”. E con questa logica che, a dicembre 2014, proprio in vista di minori entrate, sono stati comunicati i limiti entro i quali i responsabili degli uffici possono programmare le spese riferibili alle loro attività per il 2015. Ognuno, infatti, dovrà riorganizzare la propria spesa, “calibrando al suo interno le misure, anche di emergenza, che si rendono necessarie”. E così per il 2015 significa necessariamente dover spendere 18 milioni di euro in meno, così come prevedono i tagli previsti dal governo Renzi.

La mannaia della spending review – Nella relazione consegnata ieri, inoltre, vengono analizzate tutte le spese che il Comune di Perugia affronta e tutti i tagli ai quali dovrà far fronte per rimpinguare le casse oramai allo stremo. Capitoli che vanno dalla spesa la cultura, alla mobilità passando per la nettezza urbana e i servizi educativi con un occhio puntato anche ai costi della politica. Analizziamoli uno ad uno.

Mobilità – Ogni anno se ne vanno 15,7 milioni di euro. Voce che va ridotta già da quest’anno. Secondo quanto si legge nella relazione è “necessaria riduzione di spesa nei limiti previsti per il 2015, in questo caso combinata con un rinnovato intervento delle risorse destinate al trasporto pubblico, come gestite dalla Regione Umbria”. E di mobilità parliamo anche quando affrontiamo il capitolo Minimetrò, la spada di Damocle che da tempo pende sulle casse del comune e che ha fatto tanto discutere in questi anni. Il costo che il Comune di Perugia deve affrontare è ogni anno è di “circa 13 milioni di euro, in parte coperti dalla bigliettazione, ma in larga parte è costo che grava sul bilancio comunale, nella sua parte di spesa corrente, per una cifra superiore ai 10 milioni di euro”. Un costo considerato insostenibile dall’amministrazione attuale ma che necessita l’impegno di “tutti i protagonisti di quei conti” “per ridurre drasticamente costi insostenibili e non giustificabile per un Comune”.

Servizi educativi – In questo caso il Comune spende qualcosa come 9,9 milioni di euro l’anno. Secondo la relazione, alcune voci tra cui i servizi per l’infanzia, sono comprimibili. Soprattutto nel caso dei servizi per l’infanzia, dove una gestione pubblica crea degli squilibri che possono essere corretti. Privatizzando si abbatterebbero i costi o gestendo i servizi in modo pubblico/privato quantomeno si conterrebbero.

Organi politici –È già stata operata una “serie di tagli di spese, dalle auto di servizio (eliminate), alla riduzione del personale di segreteria, alle riduzioni di sedi e servizi” – si legge. Altre riduzioni sul tema sono ancora indicate nella relazione, come “l’eliminazione dei telefoni cellulari, risparmio significativo, ma anche ritratto di una rinnovata visione di cosa sia un pubblico ruolo di rigoroso servizio reso alla propria Comunità” così facendo si riuscirebbero a ridurre le spese. Considerando anche  quelle previste per i gettoni di presenza: “risparmi più significativi – sottolinea Calabrese nella relazione –  potranno essere conseguiti limitando, come per la gran parte dei comuni italiani, il diritto al gettone di presenza e permesso retribuito per assenza dal lavoro (rimborsato dal Comune al datore di lavoro) ai soli componenti effettivi (sono 16), di ciascuna commissione”.

Nettezza urbana – Per questo capitolo Perugia è stata confrontata con Ravenna che risulta essere molto simile al nostro Comune per caratteristiche territoriali e sociali. Scoprendo che il Piano economico finanziario della città emiliana per la gestione dei rifiuti nel 2014 ammontava a 25 milioni di euro contro i 36 milioni di Perugia. Possiamo fare meglio e avremmo potuto spendere di meno, lascia intendere nella relazione l’assessore Calabrese. “A Perugia siamo totalmente fuori misura – scrive – , persino clamorosa la differenza di costo per la raccolta differenziata, il doppio, con oltre 8 milioni pagati in più dai perugini rispetto ai ravennati”. Per arginare il problema e recuperare risorse Calabrese prevede la necessità di un taglio di almeno il 20% della spesa attuale, ovvero oltre 7 milioni.

Attività culturali-turismo – In questo caso parliamo di una spesa di circa 4,5 mln di euro. Spesa che potrebbe essere contenuta tagliando alcune voci come quelle relative ad alcuni contributi nei confronti dell’Accademia delle belle arti, Umbria Jazz, Teatro stabile dell’Umbria.

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