Le indagini – Fiamme Gialle avevano concentrato la propria attenzione su un cittadino cinese ben radicato sul territorio, accertando che questi, in pochi anni, aveva accumulato, indebitamente, ingenti risorse finanziarie con il sistema delle imprese “apri e chiudi”, praticando sul mercato prezzi altamente concorrenziali, a discapito di altre aziende che operavano contestualmente nel medesimo settore.Lo stratagemma utilizzato prevedeva la costituzione di ditte individuali,operanti nel settore tessile della camiceria e maglieria, intestate a dipendenti compiacenti che fungevano da prestanome, le quali omettevano il versamento delle imposte dirette e dell’IVA, nonché dei contributi previdenziali ed assistenziali, distruggendo la relativa documentazione contabile. Le Prima che gli organi di controllo potessero avviare le procedure di accertamento tributario, il titolare prestanome della ditta – rigorosamente nullatenente – si rendeva tuttavia irreperibile ed al suo posto veniva collocato un altro cittadino cinese, intestatario di una nuova posizione IVA che perpetuava nuovamente la frode. All’esito delle indagini, che hanno consentito di delineare i lineamenti di una vera e propria organizzazione, l’imprenditore cinese e tre suoi connazionali sono stati pertanto deferiti alla locale Autorità Giudiziaria, che ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di numerosi conti correnti, di un’autovettura di grossa cilindrata e dei crediti vantati nei confronti di diverse aziende italiane per oltre 150.000 euro, a garanzia del recupero delle somme illecitamente sottratte all’Erario.Si tratta dell’applicazione di una misura, introdotta nel 2008, con la quale il legislatore ha inteso rafforzare il contrasto all’evasione fiscale nelle sue forme più gravi, aventi rilevanza penale. Essa, infatti, prevede il sequestro dei beni, in funzione della successiva confisca obbligatoria, dei valori corrispondenti alle imposte evase.
Reati contestati – I reati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale all’omesso versamento di tributi all’erario per oltre mezzo milione di euro.Irrogate anche le previste sanzioni amministrative (da 3.000 a 24.000 euro) conseguenti all’impiego di sei lavoratori in nero che hanno comportato la conseguente sospensione dell’attività.L’operazione di servizio conferma l’impegno del Corpo nel contrasto all’evasione fiscale e ad ogni forma di concorrenza sleale, ponendo sempre maggiore attenzione all’effettivo recupero delle imposte evase mediante l’aggressione dei patrimoni dei responsabili dell’evasione.