Radicata sul territorio. Si tratta di un’azienda che costituisce un’eccezione in un periodo di partecipate: infatti Afas, presente nel territorio da 43 anni, è controllata al 100% dal Comune di Perugia e riesce anche ad essere in attivo (nel 2014 la redditività complessiva è stata pari a 1,17 milioni di euro netti). Una bella notizia per le casse comunali se si pensa che un paio di anni fa l’azienda era in perdita e si cominciava a vociferare di una sua possibile privatizzazione.
Il futuro. Oggi, dopo una netta inversione di tendenza, si pensa a programmare per il futuro, prevedendo tra le altre cose l’apertura di due nuovi sedi (che si andranno ad aggiungere alle quattordici già esistenti) e puntando sulla valorizzazione delle proprie risorse umane (farmacisti e non), sul rapporto fiduciario con il cliente e su un modello di cura che possa permettere di diminuire gli accessi impropri all’ospedale, che causano inutili congestionamenti e un aggravio delle spese sanitarie.
Il piano. A presentare nel dettaglio il piano industriale, frutto di un’elaborazione durata diversi mesi e di un confronto con le rappresentanze sindacali, sono stati i membri del consiglio di amministrazione: Raimondo Cerquiglini (direttore generale), Virginio Puletti (presidente), Federico Ricci (vicepresidente) e Annalisa Mierla (consigliera e garante del codice etico). Al termine dell’esposizione, avvenuta tramite slides, il sindaco Andrea Romizi si è voluto complimentare per i risultati della gestione, commentando: “Afas, a differenza di altre aziende, mi causa ben poco stress”.
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