persone che hanno perso la vita a causa della ”fibra killer”), rilancia la questione con un rapporto ad hoc. “A 23 anni dalla sua messa al bando – spiegano da Legambiente -, l’amianto causa 4 mila morti ogni anno in Italia. Enormi sono i ritardi per il censimento, la mappatura e gli interventi delle bonifiche con 32 milioni le tonnellate ancora presenti sul territorio”. Occorre, quindi, con “urgenza un impegno concreto nazionale e locale per fermare questa drammatica emergenza” e, in particolare, “gli incentivi per la sostituzione dell’eternit con i tetti fotovoltaici”, oltre che l’inserimento degli ”ecoreati nel codice penale”.
L’Umbria – La nostra regione non è estranea al problema dell’amianto. Secondo il censimento realizzato da Legambiente, infatti, solo in 10 Regioni, tra cui l’Umbria (insieme ad Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta) ci sono oltre 230 mila strutture: gli edifici pubblici e privati contenenti amianto sarebbero più di 188.000 cui vanno aggiunti i 6.913 siti industriali e altre strutture contenenti”. L’Umbria fa parte di quelle regioni – la metà del nostro Paese (Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta) – che hanno concluso la mappatura dell’amianto presente sul territorio. “La mappatura – aggiungono da Legambiente – è in fase di ultimazione nelle province autonome di Bolzano e Trento”, mentre mancano ancora i piani regionali anti-amianto in ”Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise, Puglia e Sardegna”. La Banca dati amianto, coordinata dal ministero dell’Ambiente, ”riporta almeno 38.000 siti su tutto il territorio nazionale, con oltre 300 siti a maggior rischio”.
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