La vicepresidente ha ricordato che “la detenzione ha un senso se finalizzata al reinserimento sociale e lavorativo delle persone recluse. Di conseguenza è fondamentale che, durante il periodo di detenzione, venga acquisito un bagaglio di esperienze da spendere in seguito, nel mondo del lavoro”.
Nella precedente programmazione, con i 580 mila euro messi a disposizione, la Provincia di Perugia ha realizzato 4 progetti che hanno coinvolto 185 detenuti, di cui 75 reclusi nella Casa circondariale di Capanne (31 donne e 44 uomini), 100 della Casa di reclusione di Spoleto, 10 soggetti in capo all’Ufficio per l’esecuzione penale esterna. Un’esperienza positiva che è stata oggetto di un focus specifico in occasione del Comitato di Sorveglianza del “Por Fse” Umbria, tenutosi la scorsa estate su richiesta della Commissione europea, la quale ha segnalato le iniziative tra le “buone prassi” sperimentate.
“Nel 2013 – ha concluso la Casciari – l’Ufficio di servizio sociale per i minorenni dell’Umbria ha preso in carico 499 giovani denunciati a piede libero, di cui il 36 per cento ultradiciottenni mentre il 30 per cento prossimi a compiere la maggiore età”.
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