Tutti esauriti, neanche a dirlo, i mille e 200 posti disponibili. Ad aprire l’evento, mezzora prima, il Trio Amadei in quintetto ha preparato l’atmosfera davanti ad un non sempre educato pubblico, proponendo il Trio in Sol di Debussy e Il Cigno di Saint-Sens. Poi c’è stato spazio per la musica di sempre, per i classici di Vinicio Capossela che, seduto al piano, ha regalato brividi e lacrime a chi ha saputo ascoltare il suo viaggio in note. Il tramonto sul Trasimeno ha fatto il resto, in un lungo “arrivederci” ideale a Sergio Piazzoli, più volte ricordato dal cantautore in numerosi aneddoti durante la serata. La seconda parte del “Concerto per Sirene d’acqua dolce” è stata un susseguirsi interessante di contaminazioni e tributi, con i grandissimi Enrico Lazzarini al contrabbasso, Vincenzo Vasi al theremin, campioni e percussioni e Alessandro “Asso” Stefana all’armonium e chitarre ad accompagnare Capossela e ad alternarsi con il Trio Amadei (piano, violino e violoncello) e l’ensemble Micrologus, per finire con Gary Lucas che ha riportato sul palco, insieme al fenomenale Franchini, tutta la “Grace” di Jeff Buckley, artista-mito degli anni Novanta scomparso troppo presto, e che così tanto legava fra loro Capossela e Piazzoli.
Il resto è stato “Sirene”. Che cantano e irretiscono il viaggiatore, presentandogli il passato sotto forma di sogno addolcito, mettendolo di fronte alle persone assenti e anche, come ha ricordato Capossela, alle persone con le quali noi siamo stati assenti. Ma il loro canto è mortale proprio perché inchioda al proprio passato chi le ascolta, impedendogli di vivere il futuro a cominciare dal presente. E allora forse è proprio questo il messaggio di ieri sera: comunque vada il viaggio riparte, con il bagaglio di conoscenze, confronti, informazioni e bei momenti che ci siamo scambiati insieme agli amici che adesso, prima di noi, hanno raggiunto le sirene.
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