Le motivazioni – Come si legge nel decreto del Tar del lazio, il provvedimento è gravato da “assoluta incertezza dei criteri applicativi, irragionevolezza dell’imposizione, effetti gravi sul pareggio di bilancio dei Comuni, dissesto, pesanti conseguenze sull’erogazione dei servizi, ristrettissimi tempi per la riscossione del tributo e la palese violazione delle norme a tutela del contribuente in materia di retroattività”. Ora, con questa decisione del Tar, il Governo dovrà trovare i soldi per reintegrare il fondo di solidarietà nazionale, tagliato già per 350 milioni di euro. Mentre i contribuenti sono esonerati, al momento, dal pagamento dell’Imu agricola.
L’Anci – Bisognerà aspettare il 21 gennaio 2015, quando il Tar si riunirà di nuovo per l’udienza di merito. Nel frattempo il presidente Anci Umbria Francesco De Rebotti ha dichiarato con soddisfazione come la “totale adesione dei Comuni dell’Umbria, di altre Anci regionali oltre che di Comuni di tutto il territorio nazionale fa capire quanto questo provvedimento venga percepito come ingiusto e grave, sia per il merito quanto per le modalità di imposizione. La sospensiva dimostra che gli elementi di preoccupazione dei Sindaci sono più che fondati. Il Governo può contare sulla reale collaborazione dei Sindaci, ma non certo attraverso l’imposizione di strumenti errati che possono portare danni ai cittadini e al territorio”.
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