venerdì, 14 marzo 2025 Ultimo aggiornamento il 4 marzo 2025 alle ore 14:45

Quando la terra uccide, anche Terni tra i siti più inquinati d’Italia

Nel 2003 anche l'area di Terni-Papigno è stata inserita tra i siti di bonifica di interesse nazionale. Dieci anni dopo un decreto ha riassegnato la competenza al Ministero dell'Ambiente, ma i lavori di bonifica non sono mai iniziati

 
Quando la terra uccide, anche Terni tra i siti più inquinati d’Italia
Terni. Terra dei Fuochi, Italia dei veleni. Non solo Taranto e Ilva, dunque. Nella mappa pubblicata da Wired sui rischi dell’inquinamento industriale sulla salute dell’uomo c’è anche Terni.La mappa è stata stilata sulla base dei risultati del progetto Sentieri (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), il primo studio sistematico sui Sin, i siti di interesse nazionale per le bonifiche. Parte integrante del progetto è la valutazione dell’evidenza epidemiologica dell’associazione causale tra specifiche cause di morte ed esposizioni ambientali.

 Sin – In Italia ce ne sono 57 e rappresentano il 3 per cento del territorio nazionale. Oltre 1.800 chilometri quadrati di aree marine, lagunari e lacustri e 5.500 chilometri quadrati di aree terrestri. Dal Sulcis a Porto Marghera, da Casale Monferrato a Porto Torres fino ad arrivare anche a Terni.

 Sin Terni Papigno – In quest’area vivono quasi 110 mila persone, a ridosso di impianti siderurgici e della discarica di seconda categoria tipo B con rifiuti speciali delle acciaierie Thyssenkrupp. La stessa discarica sotto alla quale è stata costruita una strada inaugurata nel 2011, la Terni Rieti. Dentro la galleria del Tescino, che si trova in linea d’aria proprio sotto alla discarica Thyssenkrupp, un operaio che lavorava agli scavi, Alessandro Ridolfi, è venuto a contatto con l’acqua contaminata che dalla discarica scendeva – ancora fino a qualche mese fa – dentro la galleria. Quel liquido conteneva tracce consistenti di cromo esavalente, manganese, alluminio, nitrati e altre sostanze tossiche. All’operaio, Alessandro Ridolfi, è stata riconosciuta  una dermatite eczematosa erosiva e un’invalidità al 52 per cento, patologia collegata ai metalli pesanti largamente presenti in quel tunnel. E la galleria è stata soprannominata “Galleria dei veleni”.

Lo studio Sentieri  – Dallo studio emerge come a Terni siano sempre di più i ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie e malattie  respiratorie acute, nonché i casi di donne colpite da asma e malattie polmonari cronico-ostruttive. Si registrano anche eccessi nei ricoveri per malattie respiratorie, di interesse a priori per le esposizioni ambientali presenti nell’area. “La presenza contemporanea – si legge ancora nel documento – di eccessi di tumore polmonare e delle malattie respiratorie in entrambi i generi, ai quali possono aver contribuito le abitudini al fumo e l’inquinamento dell’aria anche di origine industriale, ed eccessi del mesotelioma pleurico negli uomini in un polo siderurgico, richiede l’avvio di un approfondito e sistematico piano di monitoraggio ambientale e di sorveglianza epidemiologica finalizzato all’individuazione e abbattimento delle sorgenti di inquinamento atmosferico.

 Qualche cifra – Malattie durante la gravidanza: +9%, malformazioni congenite: +27%, malattie polmonari croniche (donne): +11%, asma (donne): +13%. Mortalità generale: malattie dell’apparato digerente: +24%, malattie dell’apparato genito-urinario: +5%

 Oggi – Sono passati 10 anni da quando l’area di Terni Papigno viene considerata sito di bonifica di interesse nazionale.  L’11 gennaio del 2013 un decreto del ministro dell’Ambiente ha riassegnato le competenze: la bonifica del Sin è oggi di competenza del Ministero dell’Ambiente. Il progetto di messa in sicurezza permanente della vecchia discarica c’è, è già stato approvato. Ma i lavori non sono mai iniziati.

Qui potete trovare lo studio Sentieri aggiornato.

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