Il rastrellamento – Qualche giorno fa qualcuno aveva infatti imbrattato quel muro disegnando una svastica e portandosi via la targa in ricordo del rastrellamento nazista che, la notte tra il 2 e il 3 febbraio 1944, fece prigionieri 24 giovani partigiani. Enrico Angelini quella notte se la ricorda bene, molti dei suoi amici furono portati via. Alcuni moriranno più tardi nel campo di concentramento di Mathausen.
Il partigiano Angelini – Armato di spazzola di ferro e detergenti, ieri mattina il signor Angelini è tornato a Raticosa, località sperduta tra Foligno e Trevi, per ripulire quel muro. Come riporta Folignooggi, il partigiano umbro ha portato anche una rosa lasciata al posto della targa che ricordava il sacrificio dei suoi compagni. “Vorrei sperare che ad oltraggiare questo luogo – ha commentato a bassa voce l’anziano – sia stato qualche giovane esaltato che magari ignora la nostra storia, e che, con il tempo potrà ravvedersi.” “Chiunque sia stato – ha aggiunto Angelini, sempre a Folignooggi– ha tentato di cancellare la storia recente della nostra città. Io, invece, ho voluto semplicemente cancellare un’offesa insensata, per riaffermare il valore della memoria storica, nella speranza che la targa commemorativa sia presto ricollocata al suo posto”.
La presidente Marini – “Voglio pubblicamente rivolgere un ringraziamento a nome della Regione Umbria al partigiano Enrico Angelini che è andato personalmente a cancellare la svastica che alcuni irresponsabili hanno posto come sfregio al Sacrario dei deportati della seconda Guerra mondiale”. E’ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha voluto evidenziare come il gesto di Enrico Angelini va “ricordato come insegnamento a tutti noi ed ai più giovani che vivono in un Paese democratico e libero grazie a quelle vite umane sacrificate nella lotta al nazifascimo”.
Sdegno – Le amministrazioni comunali di Foligno e Trevi condividono questo sentimento con la presidente dell’Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati), Maria Pizzoni a fronte del deplorevole atto avvenuto presso la Cascina Raticosa. I due Enti hanno sottolineato che “quanto accaduto va ben oltre il gesto vandalico: oltre ad offendere la memoria di persone che hanno lottato e spesso sacrificato la vita per difendere i valori sui quali si fonda la nostra democrazia, intende ridare vigore e dignità ad un simbolo che per l’Italia ed il mondo intero ha significato solo “perdita”: perdita di quei valori umani e sociali che sono alla base di una società civile, perdita della dignità, oltre che della vita, di tanti esseri umani innocenti, in nome del folle disegno politico del fascismo e del nazismo”.
Orgoglio del sindacato – “Il gesto di Enrico è un esempio per tutti noi e soprattutto per i giovani. Siamo orgogliosi di avere tra i nostri iscritti persone come lui che hanno combattuto in prima persona contro il nazi-fascismo e che ancora oggi si impegnano concretamente per difendere i valori della Resistenza”. E’ quanto ha dichiarato anche il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone che ha contattato telefonicamente Angelini, iscritto al Sindacato dei pensionati della Cgil di Foligno, per complimentarsi con lui per il gesto ma anche perché ha dimostrato che c’è ancora molto bisogno di combattere per la libertà e per la democrazia.
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