venerdì, 14 marzo 2025 Ultimo aggiornamento il 4 marzo 2025 alle ore 14:45

Umbria, lavanderia di soldi sporchi di ‘ndrangheta e camorra

Infiltrazioni criminali ed economia sommersa. Anche la Presidente della Commissione nazionale antimafia Rosy Bindi è intervenuta stamattina alla Sala dei Notari al convegno "Mafia e droga, allarme Umbria"

 
Perugia. Distributori di benzina, supermercati, bar e Compro oro. Passano attraverso comuni esercizi commerciali, entrano neri, ne escono con una nuova vita. E’ la lunga strada dei soldi sporchi di ‘ndrangheta e camorra, che hanno trovato in Umbria il luogo ideale per ripulirsi. Un tempo era solo droga e prostituzione; oggi la mafia colonizza nuove terre e si trasforma. Si adegua ai tempi e trova terreni fecondi proprio laddove erano immacolati. Ciclo del cemento, traffico di rifiuti, appalti e subappalti, gioco d’azzardo e slot machines sono solo alcuni dei settori maggiormente presi di mira dalla criminalità organizzata. Sono queste le indicazioni emerse dalle audizioni tenute negli ultimi due anni dalla commissione regionale “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze” presieduta da Paolo Brutti (Idv) e di cui si è parlato stamattina alla Sala dei Notari. Un convegno “Mafia e droga, allarme Umbria” a cui ha partecipato anche la Presidente della commissione nazionale antimafia Rosy Bindi, il prefetto di Perugia Antonella De Miro e Domenico Petruzzo dell’Ufficio scolastico regionale.

Infiltrazioni nell’economia legale – Dalla relazione della commissione regionale emerge come la nuova strategia delle organizzazioni criminali di stampo mafioso sia quella di espandere le proprie attività al di fuori del contesto territoriale del mezzogiorno. Oggi la mafia non controlla più soltanto il territorio, ma è alla continua ricerca di impieghi e attività utili al riciclaggio di enormi quantità di denaro liquido provenienti da traffici illeciti di droga, armi ed esseri umani. Ciò rappresenta un fenomeno criminale nuovo e perverso, che inquina quell’economia legale già a lungo messa a dura prova dalla crisi economica. Non solo. L’Umbria deve fronteggiare la mancanza di anticorpi a fenomeni di questo genere. Il rischio è che le istituzioni, il tessuto economico e sociale della regione, sottovalutino il pericolo di tali infiltrazioni.

Prostituzione, droga e gioco d’azzardo -“Le infiltrazioni distruggono l’economia sana”, commenta Brutti. Non bisogna sottovalutare i rischi connessi a una presenza, sebbene non fisica di cosche mafiose, ma di interessi ben precisi  queste legati. Gli strumenti per contrastare il fenomeno ci sono, ricorda ancora Brutti, ma è necessario raccogliere queste informazioni dalle forze dell’ordine e dalle istituzioni. Dalla dipendenza da sostanze alla dipendenza dal gioco d’azzardo, è tutto un grande affare per la criminalità. “Solo in Umbria ogni giorno si giocano 3 milioni di Euro – afferma – mentre a voi giovani ricordo che non si possono servire due padroni. La mattina si lotta contro la mafia e poi il sabato sera si diventa finanziatori comprando droga per strada”. “Quello della droga è l’affare d’oro della criminalità organizzata. E l’Umbria è in prima linea in un mercato che vale oltre 90 milioni di Euro l’anno”, ricorda anche Fabrizio Ricci di Libera, associazione nomi e numeri contro le mafie.

Rosy Bindi – “L’Italia è il paese delle mafie. Ma è anche il paese della lotta alle mafie”, esordisce così la Presidente della commissione nazionale antimafia Rosy Bindi nel suo intervento in una Sala dei Notari gremita di giovani studenti delle scuole superiori. E proprio a loro si rivolge la Bindi, le giovani generazioni che devono crescere nel culto della legalità, nella consapevolezza di quello che realmente accade per le strade della propria città. “Perché prima di tutto bisogna conoscere, se vogliamo convintamente portare avanti la nostra battaglia”. Se le mafie si sono così espanse e hanno trovato terreni così tanto fertili molto spesso è stato perché si sono sottovalutati i rischi e i pericoli. Per molto tempo si è detto che la mafia non c’era in Lombardia o in Liguria. Poi sono arrivate le sentenze a confermare una triste verità, cioè quella che le organizzazioni criminali non conoscono confini. Per questo è quanto mai necessario riconquistare gli spazi della città che droga e prostituzione hanno preso d’assalto, in contemporanea con una robusta opera di repressione delle forze dell’ordine.

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