sabato, 21 dicembre 2024 Ultimo aggiornamento il 19 dicembre 2024 alle ore 07:22

Un foglio miniato su kashmir e la passione del bibliofilo

A Città di Castello, dal 1° al 3 settembre, la XVII edizione, nella sede del Loggiato Gildoni, della Mostra Mercato Nazionale del libro antico e della stampa antica, promossa dal Comune tifernate e coordinata da Giancarlo Mezzetti.

 
Un foglio miniato su kashmir e la passione del bibliofilo
Città di Castello.

Una (s)mania di cercare, nel pellegrinaggio bibliografico. Un lavor(i)o di scavo. ‘Una grande genealogia che rappresenta non un semplice dato ma un groviglio di percorsi’, nonché ‘la mappa incompleta di un luogo da esplorare’. Perché il bibliofilo ed il collezionista, appassionati degli oggetti-libro, hanno una sana attenzione anche nei confronti di chi sta nelle ‘cucine’ della bibliografia, per ricorrere ad una felice metafora di Simone Volpato.

Perlustrando le ‘cucine’ dei quaranta espositori, italiani ed esteri, di librerie antiquarie e venditori di stampe decorative e cartografiche, che, dal 1° al 3 settembre partecipano alla XVII edizione della Mostra Mercato Nazionale del Libro antico e della stampa antica, a Città di Castello – coordinatore dell’esposizione, Giancarlo Mezzetti; partner, il Comune di Città di Castello, che ha organizzato l’evento in linea con la tradizione nel campo grafico-cartotecnico ed editoriale del territorio tifernate, in cui sono presenti un Istituto di Istruzione Superiore di Arti Grafiche e centocinquanta aziende con oltre mille dipendenti, la Regione Umbria e l’Associazione Palazzo Vitelli a Sant’Egidio –, nella prestigiosa sede del Loggiato Gildoni (ex-Logge Bufalini), si può incappare, ad esempio, in un foglio miniato su kashmir di XVII/XVIII secolo, su cui sono intessuti versi di carattere religioso. O, ancora, in un trittico silografico a colori con più legni su carta di riso, firmato da Morikawa Chikashige e datato al 1870 circa, in un’antica carta geografica della costa della Provenza, opera del cartografo Christophe Nicholas Tassin, che la pubblicò in tre fogli nel 1638, in un libro d’ore all’uso di Roma, impresso su pergamena, a Parigi, nel 1513, e nel frammento di un antifonario di Rouen, databile al primo quarto del XVI secolo. Prime edizioni di opere letterarie italiane novecentesche corredate dell’autografo degli autori, poste accanto a manifesti futuristi e al primo libro italiano sull’agopuntura, datato al 1834, sul tavolo de ‘Il muro di Tessa’, libreria milanese specializzata nel Novecento letterario italiano. Antiche carte geografiche, mappe, incisioni giapponesi ottocentesche, eseguite con punta secca e policrome – fino a tredici colori –, libri di montagna con resoconti delle salite, da metà Ottocento ai giorni nostri, libri antichi restaurati, manoscritti miniati in arabo e persiano datati al XIII secolo, antologie poetiche Calipā, manifesti di moda, erbari, giornali otto-novecenteschi, come ‘Le cento città d’Italia’ (1892), la prima edizione della Gerusalemme liberata approvata dal Tasso, una cinquecentina francese dedicata alla storia degli uccelli, il cui costo si aggira attorno ai 31mila euro, l’edizione del 1564 degli Emblemi di Alciati, con raffigurazioni mitologiche per decorazioni maioliche e pitture, corredate di motti parlanti: sono solo alcuni delle stampe e dei libri antichi in mostra nei quaranta espositori, da ‘Giuseppe Solmi Studio Bibliografico’ di Osano Emilia ad ‘Antichità Il Tarlo’ di Ancona, da ‘Fortebraccio’ di Firenze a ‘Il Corniciaio’ di Napoli, da ‘Kosmos Arte’ di Perugia alla ‘Libreria Antiquaria Scripta Manent’ di Albenga, passando per la ‘Libreria Claudio Ceotto’ di Genova, la ‘Nova Charta’ di Padova e la parigina ‘Sartoni Prints’ di Jader Sartoni. «Questa particolare attenzione alle differenze tra le edizioni – per dirla con Alberto Cadioli – da un lato avrebbe portato gli editori più sensibili ai problemi testuali a compiere scelte consapevoli e motivate (e, secondo un’idea che si stava cominciando a diffondere nei primi dell’Ottocento, a dare la redazione più vicina ‘all’ultima volontà d’autore’; dall’altro avrebbe intensificato i rapporti tra i curatori dei testi in pubblicazione e i librai, i collezionisti, i bibliotecari, che potevano dare testimoni delle diverse edizioni possedute».

Il 2 settembre, alle 17, fra le attività collaterali, si è tenuta la conferenza dal titolo ‘La figura di Giangirolamo de’ Rossi parente dei Vitelli’, con gli interventi degli storici Guido Perra, Fabio Nisi e Pierluigi Poldi Allaj, del coordinatore della mostra, Giancarlo Mezzetti e del sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, secondo il quale l’esposizione, giunta alla sua XVII edizione, intendere mantenere viva una tradizione tipografica illustre che con il tempo è divenuta pilastro della manifattura locale. ‘Come alla fine dell’Ottocento la Tipografia Scipione Lapi ristampava, con il commento critico di Carducci, la monumentale opera dei Rerum Italicarum Scriptores, così oggi Città di Castello è punto di riferimento per chi cerca qualità e design in prodotti grafici e cartotecnici, artigianali ed industriali, grazie ad un sistema di aziende in grado di coprire ogni tipologia e fase del processo produttivo’. Fra le attività collaterali di domenica 3 settembre, invece, si segnala la conferenza, alle 16.30, a Palazzo Bufalini, dedicata al convento di San Girolamo a Città di Castello, a cura della Società Bibliografica Toscana, presieduta da Fabio Nisi, con interventi di Isabella Gagliardi e Francesco Rossi, e quella, tenuta da Andrea Czortek, sul beato Giovanni Colombini, fondatore dell’ordine dei Gesuati a Città di Castello. La XVII edizione, inoltre, omaggia, per il suo 25esimo anniversario, la rivista ‘Charta’, con conferenze tenute dai relatori Giovanna Zaganelli, Giovanni Biancardi, Fabio M. Bertolo, Carlo Bodoni, Massimo Gatta, Mario A. Orefice, Giovanni Saccani, Piero Scapecchi, Alessandro Scarsella e Giovanni Solmi, ed animazioni, alla presenza della fondatrice, Vittoria De Buzzacarini e del direttore responsabile, Francesco Rapazzini. In occasione della mostra, è possibile visitare il museo del Duomo, il laboratorio di restauro ‘Memorie di carta’, il museo delle arti grafiche della tipografia Grifani-Donati ed il museo storico dello stabilimento tipografico Pliniana.

«E così la costruzione della summa bibliografica alla fine è un monumento ai ridicoli sogni di poter tutto ordinare?». Non si può sapere. Ma, come scrive Simone Volpato nella prefazione a La bibliografia come febbre di conoscenza di Alfredo Serrai, «a Serrai questa immagine è piaciuta».

 

 

 

 

 

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