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Welfare, nessun taglio alle politiche sociali rivolte alle famiglie
di Redazione Perugia Online - 21 ottobre 2015L'assessore Barberini ha dato la sua parola. Nonostante le difficoltà economiche - finanziarie, sono in arrivo nuove risorse, 1 milione e 500 mila euro per i servizi rivolti alle famiglie

Regione Umbria. “La Regione Umbria, pur in un quadro di incertezze e difficoltà economico-finanziarie, non ha sostanzialmente ridotto interventi sul versante delle politiche sociali ed in particolar modo quelli rivolti alla famiglia”. Lo ha detto l’assessore regionale al Welfare Luca Barberini, oggi, nella riunione del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale, presieduto da Raffaele Nevi (Forza Italia) parlando dell’attuazione della legge regionale n.13/2010 (“Disciplina dei servizi e degli interventi a favore della famiglia”) ricompresa nelle legge regionale n.11/2015 (“Testo unico in materia di sanità e servizi sociali”). Barberini ha detto che “nel bilancio di assestamento, che arriverà in Aula la prossima settimana, alle singole tipologie di intervento sul versante sociale verranno assegnate ulteriori risorse per 1milione 500mila euro, di cui circa 770mila euro verranno assegnati al capitolo della famiglia e dei minori. Gli aiuti alle famiglie riguardano anche il diritto all’abitazione dove la Regione, in fatto di politiche abitative, negli ultimi anni, ha investito moltissimo. Altro pacchetto di sostegno alle famiglie riguarda il diritto allo studio, elemento importantissimo per il sostegno ai giovani. Per Il prossimo futuro – ha spiegato l’assessore – è necessario che Giunta e Assemblea legislativa lavorino insieme sulla nuova opportunità rappresentata dalle risorse finanziarie derivanti dal Fondo sociale europeo che per la prima volta, in maniera chiara, vengono messe a disposizione del settore. Si tratta di circa 55milioni di euro (in cinque anni) di risorse europee da riversare sull’ambito sociale. Le scelte, già dalla precedente legislatura, erano e saranno nuovamente indirizzate soprattutto sui minori, su anziani e famiglie. Queste risorse saranno spendibili già dai primi mesi del prossimo anno. È prevedibile quindi che tra risorse nazionali e regionali (in media 10 milioni di euro) e grazie alle risorse comunitarie saremo in grado di raddoppiare il sostegno finanziario all’intero settore. Di fronte avremo quindi un lavoro più complicato che necessita di scelte chiare, rendicontazioni, la creazione di strutture soprattutto attraverso i Comuni. A fine ottobre presenteremo il Piano sociale dove esiste una criticità rappresentata dall’assenza di strutture con cui i Comuni devono confrontarsi per sostenere iniziative a favore delle fasce più deboli. Abbiamo comunque riaffermato nel Piano il principio delle Zone sociali che manteniamo nel numero di dodici prevedendo però un ruolo più significativo per i Comuni capofila”. Barberini, accompagnato da tecnici dell’assessorato, ha consegnato ai commissari schede dettagliate non solo circa gli interventi per la famiglia e relative risorse per gli anni 2014-15, ma anche per quanto attiene alle politiche abitative e al diritto allo studio (Piano triennale 2013-2015). Il presidente del Comitato, Raffaele Nevi ha comunque chiesto all’assessore “maggiori dettagli illustrativi sull’utilizzo delle risorse, collegate alla legge regionale in questione, dal 2010 ad oggi”. Interventi: SERGIO DE VINCENZI (Ricci presidente): “Prima di impostare i nuovi interventi da mettere in campo è importante conoscere e capire gli effetti di quelli già attuati. Bisogna ripartire dai numeri del passato per programmare al meglio il futuro. Bisogna valorizzare la tutela della famiglia attraverso un concreto sostegno alle giovani coppie per fare più figli e lavorare per l’educazione di nuovi cittadini. In merito alle politiche abitative bisogna impegnarsi su una prospettiva di coppie con figli o giovani coppie in attesa. Bisogna ottimizzare le risorse ed indirizzarle in una prospettiva di società basata sulla famiglia”. EROS BREGA (Pd): “Per le politiche abitative è importante approfondire ogni particolare della tipologia di famiglia e rivedere le tabelle relative alle graduatorie di assegnazione. Non bisogna mettere insieme le esigenze di una famiglia numerosa con quella costituita da una sola persona.