La questione salario In particolare, Filctem, Femca e Uiltec ribadiscono la volontà di giungere ad un contratto “in grado di rinnovare qualitativamente le relazioni industriali, migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’occupazione, far ripartire gli investimenti e avviare una nuova politica industriale del settore, strategicamente importante per il nostro Paese e per l’Umbria”. Tra i nodi più critici c’è quello sul salario: Sistema Moda Italia ha proposto infatti una verifica dell’inflazione “ex post”, ovvero al termine di ogni anno, invece di anticiparla nell’aumento in busta paga come prevede l’attuale modello contrattuale. “Una richiesta inaccettabile a nostro avviso – insistono i sindacati – perché si rischia di uscire dal rinnovo triennale, introducendo un nuovo modello”. Non solo: “La controparte chiede anche la restituzione di 72 euro del precedente rinnovo – continuano Filctem, Femca e Uiltec – che risultano dallo scostamento tra inflazione programmata (indice Ipca) e quella effettiva. Di fatto, la somma non viene restituita in busta paga ma le imprese ma vogliono fare ‘pari e patta’ con l’indice dei prezzi al consumo stimato nei prossimi tre anni. E anche questo è del tutto inaccettabile”.
Da qui la decisione di scendere in sciopero. “La miopia e l’intransigenza di SMI e di Confindustria vanno superate con la necessaria mobilitazione unitaria – concludono Filctem, Femca e Uiltec dell’Umbria – per questo invitiamo lavoratrici e lavoratori a partecipare numerosi allo sciopero per esigere il diritto ad un contratto nazionale dignitoso”.
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