In apertura, Francesco Bartoli, segretario della Filcams Cgil di Perugia, ha spiegato il senso dell’iniziativa: “Siamo qui oggi per rendere pubblici gli impegni che con l’accordo di aprile, anche grazie ai sacrifici sopportati dai lavoratori, Coop ha preso con questo territorio e per fare un passo in più, cominciando a ragionare sulle azioni da mettere in campo nell’immediato futuro”. Ad esempio – ha spiegato il segretario Filcams – “un integrativo di gruppo che preveda strumenti innovativi di welfare aziendale”, così come “il mantenimento dell’accordo avanzato che abbiamo in Coop sul lavoro domenicale”, ma più in generale la richiesta di “tornare allo spirito originario dell’impresa cooperativa, nel rapporto con i clienti e in quello con i lavoratori”.
Da parte istituzionale, i sindaci di Castiglione del Lago e di Città della Pieve hanno sottolineato l’importanza del gruppo Coop per il territorio: 400 lavoratori diretti, più tutto l’indotto non sono una realtà di cui si può fare a meno e per questo l’ipotesi di un disimpegno dell’azienda rispetto alla realtà di Castiglione del Lago ha destato subito grandi preoccupazioni nelle amministrazioni locali. Preoccupazioni non del tutto svanite – hanno specificato i sindaci – ma che grazie al confronto avviato tra l’azienda e le organizzazioni sindacali sono rientrate in un percorso controllato, nel quale le amministrazioni sono oggi parte attiva.
Ed è insieme alle amministrazioni del Trasimeno che la Cgil propone a Coop di costruire un protocollo territoriale: “Che tenga insieme – ha spiegato Filippo Ciavaglia, segretario della Cgil di Perugia – gli interessi e le risorse del territorio, con l’apporto importante che una realtà come Coop può assicurare anche per il futuro”.
Ma in questo percorso, naturalmente, i principali protagonisti sono i lavoratori e le lavoratrici: “Questa vertenza ha rappresentato all’inizio per noi un vero sconvolgimento – ha spiegato Simona Rombi, rsu Coop Centro Italia – perché molte cose sono cambiate e molte certezze e abitudini sono venute meno. Ma se abbiamo accettato di fare dei sacrifici non indifferenti oggi, lo abbiamo fatto nella consapevolezza che questo deve essere non un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso di crescita”.
“Gli impegni che abbiamo sottoscritto li confermiamo tutti – ha detto nel suo intervento il presidente di Coop Centro Italia, Giorgio Raggi – ma vogliamo andare oltre e vi chiediamo una mano per proseguire nello sviluppo del gruppo in Umbria e nel centro Italia”. Il presidente di Coop ha quindi proposto alla Cgil, al sindacato, di fare fronte comune contro fenomeni di scarsa trasparenza, per non dire di vera e propria illegalità, ad esempio nella catena dell’agroalimentare, soprattutto rispetto ai diritti dei lavoratori, così come ha mostrato disponibilità a una battaglia comune contro le aperture domenicali, coinvolgendo anche le istituzioni ecclesiastiche, “per far sì che in Umbria la domenica i supermercati restino chiusi”. Infine, Raggi si è detto pronto a sperimentare forme di partecipazione diretta dei lavoratori e dei loro rappresentanti nel Cda della cooperativa, accogliendo così la proposta avanzata da Cgil, Cisl e Uil nel documento sul nuovo modello contrattuale.
“Credo che dall’incontro di oggi emergano presupposti importanti per un’azione concreta comune – ha detto nelle sue conclusioni Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria – ma dobbiamo passare dalla fase in cui ognuno chiede all’altro di fare qualcosa per lui, a quella in cui si fa qualcosa insieme. E allora propongo che i soggetti seduti oggi a questo tavolo, i sindaci, la Coop e la Cgil, chiedano un incontro alla presidente della Regione per evidenziarle le tante criticità che esistono nel settore, a partire dai fenomeni di illegalità e di mancato rispetto dei contratti, per chiedere insieme un intervento che possa davvero portare un cambiamento”.
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