Regione Umbria. Non è più la sua Lega. E allora lui, da oggi, non ne è più capogruppo né consigliere. Gianluca Cirignoni sbatte la porta in faccia ad un Carroccio divenuto, a suo giudizio, irriconoscibile dopo l’avvento della segreteria Maroni. Un partito “lombardo”, come lo ha definito il consigliere regionale umbro, “irriconoscibile e schizofrenico”, con l’attuale segretario “la cui massima aspirazione è quella di fare il sindaco di Milano”. Tutto questo a Cirignoni non interessa, poiché esula dai principi indipendentisti e federali che ispirarono, a Pontida, la nascita della Lega Nord. Cirignoni, eletto a palazzo Cesaroni nel 2010 sotto le insegne del patito di Bossi, in una nota spiega la sua decisione di lasciare le camice verdi, assicurando al contempo che il suo impegno proseguirà, a livello regionale e locale, “nell’interesse dell’Umbria e degli umbri che meritano di affrancarsi da quarant’anni di ‘dittatura comunista’ che ha creato un ingiusto, inutile, mastodontico e inefficiente ‘stipendificio’. Tutta la mia simpatia – conclude Cirignoni – e il mio sostegno morale e politico a quei movimenti veramente indipendentisti che, dal Veneto
alla Sardegna, alla Venezia Giulia, lottano democraticamente per liberarsi dal centralismo italiano e dal doppio giogo di Roma e Bruxelles”. Ovviamente neanche un accenno alla possibilità di dimissioni dalla carica di consigliere regionale, alla quale Cirignoni è approdato con i voti della Lega Nord. La quale Lega, pertanto, da oggi perde il suo unico rappresentante in consiglio regionale.
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