mercoledì, 11 dicembre 2024 Ultimo aggiornamento il 7 dicembre 2024 alle ore 10:14

Quando anche il turismo è ‘letterario’

Intervista al Prof. Giovanni Capecchi, direttore, all'Università per Stranieri di Perugia, del primo Centro di ricerca universitario in Europa sul Turismo Letterario (acronimo: TULE)

 
Quando anche il turismo è ‘letterario’
Perugia.  Turismo & letteratura. Un binomio, questo, per certi versi ancora vergine e dalla storia recente, anche se, già in piena temperie Romantica, gli intellettuali erano soliti fare esperienza di viaggi, per così dire, ‘letterari’, ovvero non era infrequente andare alla ricerca di luoghi dedicati alla memoria e alle opere degli scrittori più amati… Tale ricerca si estende anche ai Parchi letterari, luoghi sorti attorno a studiosi e romanzieri della levatura di Benedetto Croce, Grazia Deledda, Eugenio Montale (et alii), in cui concretamente è possibile esperire (e valorizzare) il territorio proprio a partire dalla letteratura.

‘Ma perché su questo tema non lavoriamo insieme? Perché non creiamo un punto di incontro che ci permetta di riflettere insieme sul turismo letterario e di promuovere progetti e ricerche innovative?’. A partire da questi quesiti, all’Università per Stranieri di Perugia, è stato fondato il primo Centro di ricerca universitario in Europa sul Turismo Letterario (acronimo: TULE), un organo di studio che è chiamato a condurre ricerche innovative in un ambito ancora poco sondato dagli studi accademici.

Ne abbiamo parlato con il Professor Giovanni Capecchi, direttore di TULE e professore associato di Letteratura italiana all’Università per Stranieri di Perugia.

Prof. Capecchi, all’Università per Stranieri di Perugia è stato fondato il primo Centro di ricerca universitario in Europa sul Turismo Letterario (acronimo: TULE), un organo di studio che, come lei mi insegna, è chiamato a condurre ricerche innovative in un ambito ancora poco sondato dagli studi accademici. Come si è originata l’idea di questo progetto sperimentale?

Da alcuni anni all’Università per Stranieri è iniziato un lavoro di ricerca intorno al turismo letterario. Prima nella laurea magistrale su “Promozione dell’Italia e del Made in Italy” e da quattro anni nell’ambito della triennale su “Made in Italy, cibo e turismo”, è stato previsto un insegnamento dedicato a “Letteratura, turismo e promozione del territorio”. Lavorando su questo tema, verso il quale ho un interesse che è iniziato molti anni fa, è nato un volume che ho pubblicato nel 2019, Sulle orme dei poeti. Letteratura, turismo e promozione del territorio. Il libro ha avuto una circolazione insperata: è stato ristampato in Italia due anni dopo, ed è stato tradotto in inglese e in spagnolo. Le ricerche e questo libro hanno permesso di entrare in contatto con altri colleghi che lavorano su questo tema in varie parti d’Europa. E’ stata quindi una conseguenza quasi automatica quella di chiederci: “Ma perché su questo tema non lavoriamo insieme? Perché non creiamo un punto di incontro che ci permetta di riflettere insieme sul turismo letterario e di promuovere progetti e ricerche innovative?”. Così è nato TULE.

Quali sono gli obiettivi che questo organismo di promozione di turismo e parchi letterari intende perseguire?

Il Centro TULE vuole prima di tutto raccordare tra loro le esperienze esistenti in Europa sul turismo letterario: intende quindi promuovere ricerche comuni in un ambito per molti aspetti ancora poco indagato, mettere a confronto esperienze e progettualità che esistono ma che agiscono separatamente e senza che le une conoscano le altre. Questo lavoro potrà permettere di individuare le esperienze che funzionano meglio e di creare dei “modelli” validi anche per aree diverse. Il Centro vuole poi svolgere una funzione di raccordo tra mondo universitario e territori: la parte di ricerca e di riflessione scientifica è fondamentale, ma non è sufficiente. Questa parte deve tradursi in progetti concreti e concretizzabili. Il Centro TULE proverà a raccordare accademia, pubbliche amministrazioni e operatori del settore turistico per raggiungere l’obiettivo di dotare i territori di un ulteriore strumento di promozione.

Il binomio turismo-letteratura è ancora vergine, secondo lei? Questo nuovo e ambizioso strumento scientifico può effettivamente coniugare cultura, ambiente, economia e tradizioni locali, storia non evenemenziale e Comuni? I Parchi letterari, come specificato in un comunicato diramato da Palazzo Gallenga, sono sorti attorno a studiosi e romanzieri come Benedetto Croce, Grazia Deledda, Gabriele d’Annunzio, Eugenio Montale, Pierpaolo Pasolini, et alii

Il turismo letterario ha una storia sicuramente recente, anche se già nel passato, in particolare a partire dal periodo del Romanticismo, esistevano esperienze di viaggi fatti per andare a visitare i luoghi legati alla memoria e alle opere degli scrittori. Nel turismo di oggi c’è una “nicchia”, in costante crescita, di persone che si muovono per andare a visitare le case museo degli scrittori, che sono interessate a cammini e a percorsi legati a testi letterari o ad autori, che desiderano vedere i paesaggi che hanno guardato e hanno descritto gli autori letti e amati. Tra le esperienze concrete di valorizzazione del territorio partendo dalla letteratura, quella dei Parchi letterari occupa un ruolo di notevole importanza. I Parchi nascono attorno ad un autore e alle sue pagine: ma non sono solo un progetto culturale, che mira a conservare la memoria dello scrittore e a far conoscere le sue opere; sono dei progetti territoriali, che puntano a coinvolgere un turismo interessato alla cultura, al paesaggio, alle emozioni. E’ significativo che i Parchi, partendo dai ‘loro’ autori, promuovano anche – ad esempio – le produzioni tipiche, artigianali ed enogastronomiche. TULE è nato anche con la partnership dei Parchi Letterari, oltre che di Uniser Pistoia, un centro di ricerca collegato alla locale Fondazione Cassa di Risparmio.

Come può, a suo avviso, la promozione territoriale partire dalla letteratura e come possono cooperare la realtà accademica e quella istituzionale ed economica che gravita attorno al mondo del turismo?

Credo di aver già risposto a questa domanda, ma vorrei fare un esempio. Due anni fa, durante il Covid, si sono iscritti al corso di laurea su “Made in Italy, cibo e ospitalità” alcuni operatori del settore turistico: titolari di agenzie, guide e accompagnatori turistici, proprietari o direttori di strutture ricettive. Dialogare con loro sul turismo letterario è stato di fondamentale importanza perché sono stati proprio loro a dimostrare un grande interesse per il tema e a confermare che la letteratura può essere uno strumento importante, oggi, per promuovere il territorio. Con una di loro, Arianna Serena, è stato costruito un progetto per realizzare il Parco letterario Gesualdo Bufalino, a Comiso: e questo progetto è divenuto realtà, con l’inaugurazione del Parco Bufalino poche settimana fa, resa possibile dalla condivisione del progetto da parte del Sindaco e del Comune di Comiso e dalla collaborazione della Fondazione Bufalino; con un’altra esperta di formazione, Marta Vergoni, stiamo cercando di costruire una proposta di aggiornamento e di formazione per operatori turistici su questo tema; con un’altra ancora, Paola Imperiali, – e poi mi fermo con gli esempi – lavoriamo perché la sua agenzia ci aiuti a dare concretezza al progetto di Trekking dantesco in Umbria del quale, se c’è tempo, potremo parlare. Per questi progetti occorre l’Università, con le sue competenze in ambito di studio e ricerca; ma è necessario poi costruire una collaborazione con enti locali e operatori turistici.

Perché sono in costante crescita, dal suo punto di vista, i viaggi nei luoghi d’ispirazione letteraria?

Prima di tutto c’è una stanchezza nei confronti dei luoghi che sono meta del turismo di massa. E’ invece in aumento l’interesse per organizzare viaggi culturali che permettano di scoprire luoghi meno noti, ma belli e suggestivi. Inoltre il turismo letterario si basa su un fattore, quello emotivo, che è sempre più importante per chi viaggia: il turista cerca delle emozioni ed è emozionante leggere una pagina di un autore nel luogo in cui è stata composta, mettere i propri passi sulle orme di un poeta, affacciarsi alla stessa finestra dalla quale si è affacciato uno scrittore. Aggiungiamo poi che il turismo letterario prevede spesso una mobilità ‘leggera’ e sostenibile, in molti casi propone passeggiate e camminate all’aperto: e anche questa tipologia di turismo è sempre più richiesta.

Il 3 e il 4 novembre, a Palazzo Gallenga si è tenuto il primo seminario di studi e convegno internazionale sul ‘Turismo letterario’: quali sono stati i temi dibattuti, da vari punti di vista e da differenti ambiti scientifici, e come può questo ambizioso progetto di ricerca uscire dall’ambito accademico e divenire divulgativo? In fondo, come ha ricordato il Magnifico Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Valerio De Cesaris, il TULE si pone in sinergia con la ‘prospettiva di apertura internazionale, che appartiene alla storia e alla missione’ dell’Ateneo perugino…

Il convegno ha permesso di far incontrare per la prima volta in presenza i membri del Comitato scientifico del Centro TULE, provenienti da Università del Portogallo, della Spagna, della Francia, della Svizzera e della Germania, oltre che da altri Atenei italiani. Purtroppo non è potuta venire – per ragioni evidenti – la collega russa. Nel pomeriggio del 3 novembre abbiamo discusso su come, ciascuno di noi, affronta il tema, dalla sua prospettiva disciplinare: nel Centro, infatti, ci sono italianisti, ma anche geografi, museologi, studiosi di marketing. Sono riflessioni e confronti importanti, perché ci muoviamo in un ambito per molti aspetti nuovo. Al convegno del 4, invece, ciascuno di noi ha presentato un “caso studio” di cui si sta occupando. Gli interventi daranno origine ad un libro, il primo della collana del Centro TULE, che uscirà nel 2023 per la Perugia Stranieri University Press. Il tema, come abbiamo detto, non può essere chiuso in un ambito nazionale: ha necessariamente una prospettiva internazionale e anche per questo, come ha sottolineato il Rettore, non è casuale la nascita del Centro TULE nella nostra Università.

Sono in programma altre iniziative che il TULE intende promuovere? Il riferimento è, a titolo di esempio, ai luoghi danteschi…

Incontraci a Perugia ha contribuito ad aumentare ancora di più il nostro entusiasmo e la consapevolezza che, in questo ambito, ci sia molto lavoro da fare. Il convegno di TULE avrà cadenza annuale, quindi lo ripeteremo nel 2023, ma in un luogo diverso: l’idea è quella di farlo un anno in Italia e un anno fuori Italia. Della collana del Centro ho già detto: la inaugureremo nel 2023. Abbiamo poi deciso di realizzare un Dizionario on line sul Turismo letterario: stiamo confrontandoci sulle voci da inserire e immaginiamo di lanciare una call per raccogliere suggerimenti, adesioni e testi che spieghino i singoli lemmi dell’E-Dictionary. Il 2023, inoltre, sarà l’anno in cui rifletteremo, con una giornata di studio, sui Turismi danteschi (e cioè sulle esperienze che esistono in Italia per promuovere i territori valorizzando la presenza di Dante) e lanceremo il primo Trekking dantesco in Umbria, che contiamo di fare a fine maggio. Grazie a una borsa di studio messa a disposizione dal Centro Warredoc (un altro centro di ricerca dell’Università per Stranieri, molto più strutturato di TULE e con un’esperienza pluriennale, diretto da Fernando Nardi) e dal centro TULE, Chiara Valcelli – che si è aggiudicata la borsa – ha elaborato un itinerario in Umbria attraverso i luoghi rammentati o legati alla Divina Commedia. Ora stiamo incontrando alcuni operatori turistici per affinare il progetto e renderlo concretizzabile dal punto di vista operativo, ma iniziamo anche una serie di confronti con gli enti locali e le istituzioni, a partire dalla Regione. Questo trekking pensiamo possa diventare, anche dopo la prima edizione, una ulteriore proposta turistica per scoprire l’Umbria, i suoi borghi e le sue città, i suoi paesaggi e le sue produzioni tipiche. Sarà un banco di prova importante per il Centro TULE.

 

* Si ringrazia per la collaborazione Alessandro Caravella, Dottore di ricerca nel Dottorato di ricerca in Scienze Letterarie, Librarie, Linguistiche e della Comunicazione Internazionale dell’Università per Stranieri di Perugia. 

 

 

 

 

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